Mihajlovic presenta il derby Juventus-Torino: “Solo qui c’è così tanta differenza di storia tra le due squadre. Belotti? Ha il volto degli eroi antichi del Toro”
Giornata di vigilia attesissima in casa Toro. Domani si gioca il derby Juventus-Torino (fischio d’inizio alle 20.45) e dopo la vittoria contro l’Udinese, Sinisa Mihajlovic ha potuto lavorare sì in poco tempo, ma con il morale sicuramente alto. Di questo e di molto altro parla oggi in conferenza stampa l’allenatore granata, dallo stadio “Grande Torino”, nella consueta conference room. Ecco le parole in diretta di Mihajlovic sul derby della Mole, un derby che Belotti e compagni vogliono giocare fino all’ultimo secondo. “Non è il momento migliore per affrontare tre partite con avversari forti. Abbiamo giocatori che sono scesi poco in campo o altri che stanno recuperando dagli infortuni. Quando vinci dipende tutto dalla testa: la vittoria a Udine ci ha permesso di lavorare con serenità e senza ansie, la stanchezza si farà sentire, ma meno. Noi siamo meno abituati rispetto alla Juve a giocare ogni tre giorni, ma deve diventare un’abitudine, se vogliamo entrare in Europa“.
Su Acquah: “Ieri differenziato, oggi valuto. Spero di averlo recuperato“. “Io rispetto molto la Juve” dice Mihajlovic, “hanno Dybala che è il migliore del nostro campionato, poi Higuain, Pjanic, Cuadrado, Mandzukic e molti altri. Sono partiti con 5 vittorie: se non hanno giocato bene alcune partite, hanno lo spirito che fa la differenza. Sarà una gara difficile per noi, ma anche per loro: noi abbiamo i Belotti, Ljajic, Niang, Falque, Baselli, penso che Buffon non sarà tranquillissimo. Noi giocheremo per vincere, andiamo lì e vediamo quel che succede“.
“Se vogliamo andare in Europa servono almeno 15 punti in più rispetto allo scorso anno. Abbiamo fatto 6 punti in più rispetto all’anno scorso, siamo sulla strada giusta. Dobbiamo migliorare in concretezza: sciupiamo troppo, sbagliamo le scelte sull’ultimo passaggio, e dobbiamo essere più razionali nella gestione della palla” continua Mihajlovic. “Migliorando questo, avremo più possibilità di entrare in Europa“.
Su Falque: “È un giocatore che ogni allenatore vorrebbe avere. È continuo e affidabile, fa sempre bene, segna e fa segnare. Non è spesso nelle copertine, ma è molto utile“. Si parla anche su Niang, e su cosa deve fare per migliorare: “Ogni giocatore ha le sue caratteristiche e il suo carattere. Non c’è una regola, va capito bene. Per ogni giocatore serve trovare la medicina giusta. Con alcuni lavori in un modo, con altri in altro. Con alcuni, su tutto: ed è l’esempio di Niang, devi lavorare sulla testa e sul campo. Lui è indietro dal punto di vista fisico, è arrivato con 3-4 kg in più. Ci vuole tempo, deve trovarsi con i compagni. Lottare e usare il fisico, però, può farlo subito: ho parlato con lui la settimana scorsoa, spero di vedere i risultati. Con i miei giocatori parlo spesso e sono schietto, ma voglio che sia chiaro che Niang, Belotti e Ljajic non saranno mai un problema, ma una risorsa per il Toro. Ognuno di loro deve fare il meglio per le caratteristiche che ha. Niang deve fare il Niang, e lo farà, ne sono sicuro“.
“Ljajic in quella posizione si sta esprimendo al meglio, è al centro dell’azione. Per lui come Niang, deve essere l’anno giusto: devono uscire continuità e talento. Ljajic lo sta già facendo, Niang per ora non ci è riuscito“.
Sui commenti della Juve, tutti positivi: “Noi rispetto a un anno fa siamo più forti. E penso che il lavoro di un anno si veda in campo. Siamo costruiti per lottare per un posto in Europa, cercando di riuscirci. Ma non sarà né scontato, né facile. Noi pensiamo partita per partita, cercando di prendere più punti possibile e vediamo. I numeri ora fanno piacere, perché abbiamo fatto un buon inizio, ma dobbiamo migliorare. Contano quelli di fine stagione, soprattutto“.
“Walt Disney diceva: se sogni, puoi farlo. Noi vorremmo realizzare il nostro sogno. Se ogni partita vale tre punti, ce ne sono alcune diverse da altri. O il calcio sarebbe solo matematica: è invece passione ed emozione. È una sfida tra popolo e padroni, passione e ragione, colori e bianconero. Nessun’altra sfida, nessun altro derby penso che abbia così grande differenza di storia e DNA come queste due squadre di Torino. Per vincere allo Stadium bisogna non avere paura, scendere con gli attributi, sfruttare le occasioni che capitano e non concedere praticamente nulla dietro. Noi dobbiamo giocare da Toro, come detto sempre. Anche l’anno scorso lo abbiamo dimostrato: abbiamo giocato per 40′ con un uomo in meno e loro ci han pareggiato solo all’ultimo minuto. È acqua passata, ora. Non ci voglio tornare più su. Spero di vincere un derby senza arrabbiarmi: ora c’è il Var per le situazioni dubbie, e spero che ogni tanto venga usato anche per noi“.
Aggiunge Mihajlovic: “Io non voglio compiacere ai tifosi avversari. Ma l’acustica allo Stadium è molto buona, e i Serbo di m… li ho sentiti, e spero li senta anche il quarto uomo. Non offendono solo me, ma anche tutto un popolo. E questa cosa deve finire“.
Su N’Koulou: “Non a caso ha giocato dopo 2 giorni dall’arrivo. È sicuramente un giocatore, un acquisto molto importante. Vanno fatti i complimenti alla società: non è stato facile prendere un giocatore del Lione con questa esperienza e personalità. Con lui, Sirigu in porta, e tutti gli altri, abbiamo un reparto piuttosto completo. Lyanco ha fatto una grande partita a Udine, sono molto contento in generale: dobbiamo evitare però certi errori e certi regali, commessi sia con la Samp, sia con l’Udinese“.
Un anno di Mihajlovic al Toro, cosa accomuna allenatore e colori granata? “Spesso si parla di me come allenatore tutto grinta e cattiveria. Io non sono d’accordo su questo. Penso che le mie squadre giochino bene, sempre per vincere, con mentalità offensiva. Caratterialmente io somiglio molto al mondo Toro, al Torino, però non mi piace definirmi solo da un lato, perché penso che le mie squadre facciano divertire, magari al di là del risultato. Abbiamo principi morali e di gioco da seguire sempre“.
“Il derby è una gara particolare. È la gara più facile da preparare: se dobbiamo trovare le motivazioni vuol dire che qualcosa non va, e che dobbiamo cambiare mestiere. Bisogna essere tranquilli e fiduciosi, bisogna andare lì, sapendo che si incontra la Juve ma conoscendo le nostre caratteristiche. Non pensiamo al risultato, ma pensiamo a fare quel che abbiamo preparato: se la prestazione sarà grande, di conseguenza avremo il risultato“.
Sul centrocampo: “Coperta corta? Lo era anche per queste due partite. Il modulo? Ora vediamo quel che faremo. Qualcosa cambieremo di sicuro, ora cercheremo di capire cosa. Niang l’ho voluto, perché so cosa mi può dare: non è al massimo, ma solo giocando e allenandosi potrà rendere. Lo sa che non mi sta dando quel che mi aspetto, ma mi assumo questo rischio: può però arrivare a essere il Niang che conosco io. Domani comincerà la partita, poi vedremo per quanto ne avrà. Lui non ha 20-30 strappi a partita, ma ha comunque abbastanza forza per essere decisivo. Anche se gioca 40′, deve avere più coraggio, e può essere decisivo“.
Sui derby dello scorso anno: “Non ho bisogno di andare a rivedereli per capire gli errori. Mi basta guardare quelli di qualche giorno fa: sfortunatamente non dobbiamo guardare così lontani per capire gli errori. Higuain? Non dobbiamo svegliare il cane che dorme. È fuori forma o sovrappeso? Lo dite voi. Io ho giocato contro giocatori così, appena si risveglia punisce. Lasciamolo dormire ancora, o succede come l’anno scorso“.
Su Belotti: “Lui ha il volto degli eroi antichi del Toro, deve incidere. Come gli ho detto, deve stare tranquillo, giocare per la squadra. E infatti in queste due partite, quando l’ha fatto, dando l’esempio ai compagni, dando la sveglia a tutti – è il tipo di giocatore che fa così –, può fare bene. È quello che mi aspettavo da lui: non a caso ha segnato sempre, e si è creato anzi delle occasioni per segnare di più. Deve continuare così“.
Su Ansaldi: “La gara di Udine è stata positiva, come giudico quella di tutta la squadra. È disponibile, sarà convocato. Giocherà titolare? Vediamo, può giocare come andare in panchina. Vedremo“.
Vi segnalo un articolo di Tony Damascelli su Il Giornale che così esordisce sul tema “Toro squadra del popolo” “Juve squadra del padrone”: «Si sono ribaltati i ruoli, caro Sinisa, non esiste più la Juventus padrona, se non degli scudetti, così come non esiste più il Torino dei poveri con… Leggi il resto »
Basta non leggere quella carta da culo. Detto questo Damascelli gobbo di merda
1906…ok…prendo volentieri x il culo un gobbo…..ma mai un fratello..
Scusa…chiarisco…era la stessa persona ma a volte appariva qua con questi 2 nomi…. conosciuto di persona quasi 2 anni fa e poi stranamente sparito….abbastanza chiaro così?